La Scuola Migliore Per Tuo Figlio VS La Scuola Italiana


FINLAND - "A pipeline of highly qualified, well-respected teachers in Finland work hard to help all students reach a basic level of achievement by the end of 9th grade." photo by Erin Richards At the Normal Lyceum of Helsinki, English-language teacher Taneli Nordberg helps students with noun-adjective agreement exercises. Nordberg is a product of the selective teacher recruitment and training program at the University of Helsinki.

Si è molto parlato della scuola Finlandese, il cui modello didattico steineriano è stato preso come ispirazione dal Ministero dell’Istruzione, come della migliore.

Dai test Pisa (Programme for international study assessment) che servono a valutare la preparazione degli studenti, è emerso che i finlandesi sono gli studenti migliori, i più preparati in lingua, matematica e scienze, mentre gli italiani si sono posizionati decisamente più in basso mostrando dati pressoché allarmanti: uno studente su quattro non capisce ciò che legge e ad uno studente su due mancano le nozioni base di matematica. Parliamo di uno studio condotto su 400mila studenti sui 15 anni di 57 paesi differenti. Dove l’Italia non compare mai tra i primi 20 posti.

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Ci sono molti sevizi in merito tra cui il film di Michael Moor:

 

  • I bambini vanno quasi tutti all’asilo nido e poi alla scuola materna dello stesso distretto. Il che consente grande omogeneità educativa: fin dalla prima infanzia si coltivano autoriflessione, senso di responsabilità, empatia e collaborazione. Qualità ideali per l’apprendimento.
  • La scuola inizia a sette anni compiuti, quando il cervello è al giusto stadio di maturazione per apprendere. Il 99,7% dei bambini (immigrati e rom compresi) termina la scuola nove anni dopo, “nessuno escluso”, come dice la legge istitutiva della scuola.
  • Per la pedagogia finlandese sono gli insegnanti a dover capire gli alunni, non il contrario. Un insegnante in una classe di 25 alunni deve quindi sviluppare diverse strategie. Es. sostegno ad hoc per chi ha difficoltà di apprendimento, giochi ed esercizi per aiutare i bambini stranieri a superare le barriere linguistiche e culturali. Tutte le scuole hanno un team di insegnanti e psicologi.
  • I docenti vengono selezionati accuratamente. Nel 2005 è stato accolto solo il 6,5% dei 4.500 candidati per frequentare le facoltà che preparano gli insegnanti. I migliori vengono formati per cinque anni, su come far divertire i ragazzi, catturare la loro attenzione e fare in modo che imparino. Seguono 120 ore di praticantato, un semestre sotto sorveglianza e un tutor durante i primi tre anni ‘di ruolo’. Lo stipendio è sotto la media europea.
  • In classe, fino ai 13 anni, niente voti e le interrogazioni non hanno nulla a che fare con giudizi punitivi o selezioni. La pedagogia finlandese parte dalla convinzione che tutti i bambini possano imparare a leggere, scrivere, fare di conto e parlare tre lingue come imparano a correre e parlare, senza umiliazioni.
  • Si impara facendo. Un fare che è sperimentare l’apprendimento con i 44 sistemi sensoriali. Già Albert Einstein diceva “che apprendere significa sperimentare. Il resto è solo informazione”.
  • Finiti i primi nove anni di scuola, ne seguono tre di scuola superiore. Il 53% degli alunni finlandesi (quelli con i voti migliori) continua nelle scuole superiori di carattere umanistico, mentre il 39% va alle scuole superiori tecniche.

In Italia invece…

[A scrivere una maestra Waldorf in Italia]

A distanza di anni, la scuola più bella del mondo è ancora tale, mentre la scuola italiana è solo peggiorata.

Premetto che io vivo l’esperienza di una Scuola Steineriana, che si avvicina molto, per princìpi e atmosfere, alla scuola finlandese. Perciò un vero paradiso in terra confrontato con i genitori che a volte si rivolgono a me per chiedere conferme ed aiuto.

Ma, dico io, possibile che in Italia dobbiamo sempre pagare e arrangiarci per riuscire ad avere servizi di livello decente?

Possibile che dalla nostra scuola pubblica non si possa ottenere un po’ di più???

Ma no, qua in Italia stiamo ancora a discutere dei precari. In Finlandia ogni insegnante, dal nido in su, ha una laurea specifica di 5 anni. Vengono ammessi alla facoltà solo gli studenti migliori (l’anno scorso su 5000 domande solo 800 sono state accettate) e la paga è all’altezza delle capacità: dai 2000 ai 2500 euro al mese. Precari, magari da 20 anni, neanche l’ombra.

In Italia siamo razzisti se chiediamo delle classi dedicate agli axtracomunitari. In Finlandia, prima di ammettere uno studente straniero alla classe “normale” si deve frequentare una classe preparatoria per imparare bene la lingua e poi si viene lentamente inseriti, partendo dalle lezioni meno teoriche (musica, disegno, lavoro manuale). V. Tiinhonen, docente nella prepatory class della scuola media Meilahti (in Finlandia) dice: “La segregazione non c’entra nulla, si tratta di dare a tutti la stessa possibilità: perché dobbiamo far sentire a disagio un ragazzino appena immigrato invece di aiutarlo a dimostrare quanto vale? Questi sono i ragazzi più motivati, se inseriti bene spesso hanno risultati migliori dei nostri.” E, chiaramente, nella loro scuola ogni studente straniero ha diritto all’insegnamento di 2 ore settimanali della sua lingua d’origine.

In Italia stiamo ancora a parlare di bocciature e esami. In Finlandia scordatevi le maestre isteriche perché un bambino non sa ancora far bene di conto. “Se un bambino non ha ancora capito bene le divisioni a 1 cifra, non gli chiedo certo di fare quelle con la virgola per poi dargli un’insufficienza”dice un maestro finlandese.  Ogni ora e mezza di lezione mezz’ora di pausa all’aperto. In Finlandia a 10 anni i bambini parlano già anche l’inglese e lo svedese, in quarta iniziano il cinese. Non perché hanno cominciato a 6 mesi a prendere “lezioni” ma perché alle elementari nella classi di lingua si fa conversazione, si studiano le ricette, si cantano canzoni, si “vive” la lingua. E non si studia la grammatica.

La Scuola italiana vuole diventare “meritocratica” e siamo ancora ai programmi di 100 anni fa, in Finlandia si fa lo stretching pre-lezione, c’è la task force anti-dislessia, c’è la cucina come a casa, il bricolage, la cucina e la manipolazione sono materie in programma, tutti suonano uno strumento, si studia in gruppo, c’è un portatile per ogni allievo. In italia l’unico “merito” è l’avere alle spalle una famiglia che abbia tempo, strumenti, capacità, voglia, di seguire queste creature, perché a scuola non imparano niente.

In Italia sono i genitori stessi che “snobbano” le materie “secondarie”. In Finlandia i bambini cominciano la lezione di aritmetica con la “canzone delle tabelline”: “facciamo così tutte le mattine e in capo a tre mesi anche i più pigri le sanno a memoria.” Dicono gli insegnanti. Aritmetica cantata, scienze in mezzo al bosco, la battaglia di Maratona recitata in mezzo alla classe… Il “compito in classe” è imparare a impastare la pasta per la pizza. L’amore per l’apprendimento, la meraviglia nei confronti del mondo, la volontà di raggiungere un obiettivo non possono essere imposti dall’esterno. Devo arrivare dal cuore.

Steiner dice che quello che si impara con la testa lo si impara brevissimamente. Perché una cosa possa essere VERAMENTE imparata e conosciuta bisogna che passi attraverso TUTTO IL CORPO. Questa conoscenza che lui chiama CONOSCENZA DEL CUORE impiega 3 volte tanto la conoscenza della testa, ma rimane indelebile.

Allora, dico io, perché continuare a correre, correre, correre  per arrivare alla fine del programma e poi continuare a ripetere le stesse cose alle elementari, alle medie, alle superiori, all’università, perdendo nel frattempo migliaia di ragazzi? Non andrebbe meglio imparare con lentezza, per epoche, imparare “fecendo” ?

In Italia i bambini di 6 anni hanno pile di libri e compiti a casa. In Finlandia i compiti sono tagliati “su misura” per ogni allievo, e sono POCHISSIMI. “Darne di più significa solo invitare i ragazzi a imbrogliare. E, se non sono motivati a studiare, la scuola ha già fallito.” dice un professore di scienze dell’educazione finlandese. E solo i ragazzi che amano la propria scuola e quello che imparano non hanno nessun motivo per essere indisciplinati o per compiere atti di vandalismo.

In Italia, se ti laurei prima degli anni previsti per legge, ti invalidano la laurea, se ci metti di più sei un “asino”. In Finlandia la parola d’ordine è “differenziazione”: il liceo dura 3 anni, ma si può fare anche in 2 o in 4. Alla Maturità ci sono 4 materie obbligatorie, i più bravi possono portarne fino a 7 per ottenere un punteggio più alto. Chi però resta indietro può scegliere i propri corsi su misura, perchè nessuno dovrebbe mollare.

Il risultato?

Secondo i test internazionali PISA i finlandesi sono quelli che ottengono i punteggi più alti in assoluto. E anche quelli che hanno meno disparità di apprendimento tra una scuola e l’altra: 0.08 %. In Italia lo 0,61 %, più dell’Azerbaigian.

Allora, leggo queste cose e mi dico: ma ci vuole tanto per capire che la nostra scuola non va?  E non andrà nemmeno rimettendo i voti, il voto in condotta, la severità, la meritocrazia? Ci vuole poi così tanto per rimetterla in sesto? Ma se ci sono realtà dove la scuola funziona significa che SI PUO’ fare. Solo che non vogliamo.

Steiner parla di “triarticolazione sociale”, una società in cui politica, economia e istruzione possano camminare autonomamente. Ma finchè la nostra Scuola si dovrà occupare di politica, sarà asservita all’economia e non si preoccuperà di formare uomini nel vero senso della parola umano, avrà sempre fallito.

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